Borgo Sant’Anna

VALUTAZIONE

Cucina Classica

Cucina Moderna

16/20

16,5/20

PREGI
Luogo incantevole per godere di un panorama incredibile sulle Langhe.
Il sapiente e curioso utilizzo della materia prima vegetale.
Pairing enologici con chicche spesso sconosciute dal territorio circostante.
DIFETTI
Il capitolo dei primi piatti leggermente da correggere.
Il sistema di copertura dal sole nella veranda non uniforme per tutti i tavoli.

Una terrazza affacciata sulle Langhe

Che piacere poter constatare, di persona, quanto il vivaio delle giovani promesse della gastronomia italiana stia dando i suoi frutti, in questo caso anche stellati con uno chef del calibro di Pasquale Làera (con lettera accentata come giustamente specificato nel suo menù). Sembra un gioco di parole ma Pasquale Làera, in Langa, lo era già e la è rimasto, spostandosi solo qualche bricco più in là, nel suo nuovo Borgo Sant’Anna: un progetto a quattro mani con il direttore di sala del La Rei del Boscareto, oggi al Borgo.

I due, conoscendo vicendevolmente le rispettive lunghezze d’onda, hanno qui risolto, ed egregiamente, l’equazione tra sala e cucina, facendo di Borgo Sant’Anna il classico complesso dal sapore piemontese che, tra i suoi vicini di casa, allunga lo sguardo tra colline vicine dell’Alta Langa e vitigni, alcuni leggendari, come i 14 ettari del vigneto Francia, che Conterno sublima nelle sue bottiglie di Monfortino. Una terrazza, quella del Borgo, dove poter ammirare e godere di uno scenografico paesaggio abbinato ad una macchina di sala che, precisa ma senza ingessature, muove i suoi passi.

In cucina la mano di Làera mostra, senza troppi manierismi, l’amore per le sue origini: la Puglia così eterogenea nei prodotti, così ricca nelle sue declinazioni gustative. Il menù arride agli ultimi sprazzi estivi, ponendosi ai blocchi di partenza per quella che sarà l’opulenta sontuosità piemontese dell’autunno. Predilezione per la fresca golosità mediterranea unita alla vis creativa danno come risultato piatti di ottima fattura come le rane fritte, pomodori, pesche ed enkir, dove la proteina incontra ben cinque diverse varietà di pomodoro coniugate alla dolcezza della pesca e alla texture dell’enkir di intrigante masticazione. L’antologica rana fritta cede così compita la sua rilevanza a favore del vegetale, enfatizzato dalle diverse tipologie di pomodoro.

Sul versante dei primi alcuni dubbi sul risotto con gamberi di fiume, maiale nero ed erba pepe, dove l’eccessiva grassezza tra bisque e testina fondente di maiale sembra dominare il piatto. La calibratura perfetta ritorna nell’animella alla brace, friggitelli, cipolle in insalata e mole verde piemontese. Un piatto che distilla il presente storico di Làera unendo Puglia e Piemonte con tocchi anche sudamericani nella ripresa della ricetta del mole, ma in Langa style grazie all’uso sapiente del tono agro.

La piacevolezza del luogo coniugata alla cucina, che spazia come detto tra due regioni, costituiscono lo scenario perfetto per questo cuoco, di cui enfatizziamo una maturità tecnica e palatale che sempre più, in Italia, ci stiamo abituando a vedere.

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Giacomo Bullo

Prima come cuoco, annoverando esperienze nel campo gastronomico fino al foraging nostrano, oggi come narratore amante del buon cibo in tutte le sue forme ed espressioni. E’ convinto sostenitore dell’esistenza, in qualche dizionario sconosciuto, della gastrofilia: nei suoi racconti, il tentativo di definirla. Let’s do it!

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

Cucina Moderna

16/20

16,5/20

PREGI
Luogo incantevole per godere di un panorama incredibile sulle Langhe.
Il sapiente e curioso utilizzo della materia prima vegetale.
Pairing enologici con chicche spesso sconosciute dal territorio circostante.
DIFETTI
Il capitolo dei primi piatti leggermente da correggere.
Il sistema di copertura dal sole nella veranda non uniforme per tutti i tavoli.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione: 50€ e 60€
Alla carta 50€

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Nessuna visita precedente trovata.

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