Da Sakeya
Il sakè è una bevanda giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso che sempre più si sta diffondendo in Italia e in Europa. A Milano attorno a questa bevanda alcolica, è nata Sakeya, un locale che vanta la selezione di sakè più vasta d’Europa con oltre 150 etichette per tutti i palati e per tutte le tasche.
Erroneamente spesso si tende a considerare questa bevanda alla stregua del vino da tavola, tuttavia il sakè necessità di temperature di servizio differenti a seconda delle portate a cui si abbina, ed anche qualche attenzione in più nella degustazione. Tutti motivi per i quali è consigliabile farsi guidare nella scelta, infatti, da Sakeya i ragazzi preparatissimi, sono diplomanti presso la Sake Sommelier Association.
Noi abbiamo avuto modo di assaggiare alcune versioni di differenti produttori con dei piatti a base di carne Wagyu, cucinata e assemblata in maniera tradizionale. Dalla versione naturale servita sottoforma di tartare con la rapa bianca e abbinata ad un sake del nord del Giappone fino ad un eccezionale boccone cotto ai carboni e abbinato ad un sake tradizionale (la ricetta risale a più di 500 anni fa) composto da un blend di due fermentati invecchiati rispettivamente 6 e 8 anni.
Il sakè d’apertura, fresco e fruttato. Tartare di Wagyu e rapa bianca, gnocco fritto con lardo di Wagyu e caviale, nigiri di Wagyu. Il dettaglio del nigiri di Wagyu. I sakè abbinati alla portata precedente. Shabu sahbu di Wagyu con polpettine di fiori di loto e zuppa al Katsuobushi. Un sakè artigianale del nord del Giappone in abbinamento. Wagyu cotta ai carboni con fungo, ostrica e salsa teriyaki. Il bancone di Sakeya.