Un luogo da fiaba
Villa Crespi è meravigliosa. Affacciata sulle sponde del Lago d’Orta, per quanto già visitata e immortalata, quando la si scorge per la prima volta di persona si resta letteralmente stupiti, attoniti. Siamo in Piemonte, certo, ma qui alberga una cucina legata ai sapori mediterranei, in un contesto architettonico mediorientale: il tutto a creare un microcosmo unico, quasi fiabesco.
Lo Chef Antonino Cannavacciuolo colloca qui alcuni dei suoi piatti iconici, creazioni che si annoverano a pieno titolo tra i classici della cucina italiana contemporanea. Accanto a queste creazioni, presenti in carta e raccolte in un menù ad hoc, vi sono anche piatti di nuova concezione, solitamente raccolte nel menù “Mettici l’anima”, in cui lo chef osa di più sia in termini di prodotti utilizzati che di sensazioni gustative. Un esempio su tutti i Plin di agnello alla brace, zuppa forte, gamberi rossi, piatto complesso e articolato che dietro una golosità immediata cela un boccone persistente ed affatto banale, in cui le note nel plin, tostato in padella, ben si intrecciano con la carica iodata del crostaceo.
Sapori mediterranei in chiave transalpina
La cucina attinge a piene mani dalla cultura gastronomica partenopea e mediterranea ma viene trasformata con tecniche e preparazioni affini alle cucine d’Oltralpe: il risultato è una carrellata di piatti eleganti e opulenti, che volutamente rifuggono forti contrasti palatali. L’offerta di amuse bouche, per cominciare, è sempre golosa sebbene immutata (è una delle firme dello chef); non mancano passaggi divertenti con piatti condivisi tra più commensali e fruibili senza posate come le Rane al burro, chantilly all’aglio, crocchetta di riso Zizania. Buoni, seppur con qualche reiterazione di troppo, poi, i dolci, dove abbiamo riscontrato durante le nostre visite un uso eccessivo del burro di cacao; molto golosa la piccola pasticceria, con una Coda di aragosta da capogiro.
La carta dei vini è senz’altro originale e profonda, ma con ricarichi importanti. Il servizio sotto l’attenta regia di Massimo Raugi è formale, professionale, volenteroso e pronto a muoversi fuori dal protocollo per andare incontro alle esigenze della clientela. Durante le nostre ultime visite abbiamo ritrovato un’atmosfera vivace e senza sbavature, come in alcune occasioni in passato, ci sentiamo quindi di annoverare Villa Crespi tra le grandi tavole italiane contemporanee che meritano di essere visitate con cadenza periodica e premiarla con una votazione volutamente arrotondata per eccesso.
IL PIATTO MIGLIORE: Plin di agnello alla brace, zuppa forte, gamberi rossi.
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