Effusion…

IL NOSTRO GIUDIZIO

Champagne Moussé Fils "Effusion"

Bollicine
89

…alias il corteggiamento

Il nome – Effusion – è volutamente evocativo, parla di tenerezza e sentimento, e alimenta l’illusione di trovare un sorso in grado di smuovere lo stomaco e turbare le emozioni, proprio come un abbraccio, una carezza o un bacio di una Donna.  

La convinzione si fa certezza alla vista, quando un colore peonia intenso esplode nel cristallo.

Marchiare un vino con nomi languidi è un’abitudine che non ho mai capito nei rosé, una gaffe non da poco che li retrocede involontariamente al campionato dei vini poco strutturati e lievi, emarginandoli spesso ad una scelta di serie B.

Eppure questo Champagne ha molto da dire, per chi non si ferma all’etichetta e alle effusioni non sa resistere. Si tratta di un particolare rosé d’assemblage, con un blend di 92% di Meunier, e la restante parte di Pinot noir. Il segreto di Cedric Moussé è l’uso di due differenti Solera, una Perpetuelle di vini bianchi e l’altra di vini rossi, entrambe ottenute da vini di riserva prodotti dal 2003 a cui viene aggiunto ogni anno il 50% dell’ultimo raccolto.

Il metodo, che è la cifra stilistica di Cedric, restituisce alla cuvée un garbato equilibrio tra freschezza e profondità, complice l’invecchiamento in botti di rovere del Meunier vinificato in rosso aggiunto da ultimo all’assemblaggio. Il timbro del terroir è prepotente, il calice si apre infatti con i classici profumi fruttati del Meunier della Marna, ma l’uso sapiente delle perpetuelle ne sostanzia la beva, che si fa materica, complessa e ricca di note ossidate, rendendo il sorso lungo e persistente.

E, per una volta, il nome è presagio, e le proiezioni amorose legate ad Effusion trovano una rigorosa conferma. Con la sua criticità iniziale, Effusion è un po’ come quella tipetta tosta e dagli occhi vivaci che non vuole concedersi ma che tanto ti piace; tu la corteggi, e lei, solo con il tempo, si apre, rivelando tutta la sua complessità celata dietro a quell’immaturità apparente. Lei, come il calice, evolve e si fa Donna ma serba costante la sua personalità marcata, un po’ come quella componente salina che resiste in Effusion fino all’ultimo cin.  

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Laura Bonato

“Bella, d'una sua bellezza acerba, bionda senza averne l'aria”. La ragazza dietro al banco, ça va sans dire, non mescola birra chiara e seven-up, ma sorseggia calici di champagne, rigorosamente rosé. Avvocato perfezionista per professione, enofila romantica per vocazione, colleziona calici di cristallo e si addormenta leggendo carte vini dei ristoranti gourmet. Alla continua ricerca di nuovi vignerons talentuosi da scoprire, fugge dalla noia della finanza quotidiana sognando la rivoluzione a colpi di bollicine in palette rosa.

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Bollicine
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