Pio Cesare

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Pio Boffa e la sua famiglia, eredi di un grande nome che continuano a tramandare con orgoglio

Una vecchia famiglia piemontese refrattaria all’ostentazione, contrassegnata dal fare più che dal mostrare: questo si intravvede ancora oggi nel riserbo dei Boffa, legati ormai da cinque generazioni all’azienda che il trisavolo Cesare Pio fondò nel 1881. Ma i tempi cambiano e oggi non è più concesso a nessuno di tenersi alla larga dai riflettori, soprattutto se a celarsi è chi possiede una delle case vitivinicole più antiche e quotate del Piemonte. Approfittando dell’ingresso in azienda di Federica, figlia di Pio Boffa e rappresentante della quinta generazione assieme al cugino Cesare Benvenuto, Pio Cesare ha finalmente interrotto il silenzio stampa e si è presentata al mondo. L’evento si è tenuto a Milano lo scorso 21 gennaio, presso il ristorante Vun, dove il bistellato chef Andrea Aprea ha ideato un menù che ha unito le sue origini campane con quelle piemontesi degli ospiti d’onore e ha proposto piatti magistralmente abbinati ai vini.

Durante il pranzo sono stati presentati tutti i gioielli di famiglia, tra i più rappresentativi il Piodilei Chardonnay 2015 “il bianco che vuole somigliare al Barolo” , il Barolo Classico 2000 – guai a chiamarlo vino ‘base’, Pio si infervora sulla questione – e il Barolo Mosconi 2016, l’ultimo arrivato in famiglia, nato dalle più vecchie vigne ai Mosconi, località di Monforte d’Alba. Il focus però non era sui vini, ampiamente apprezzati in Italia e all’estero da quasi 140 anni, ma su Pio Boffa e la sua famiglia: “Essere tradizionali per noi significa produrre i nostri vini rimanendo fedeli allo stile di famiglia” spiega il patron. Non mancano infatti esperimenti maggiormente orientati verso la modernità, come avvenuto con Oltre, dove Nebbiolo e Barbera sposano Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot.

La tradizione di cui si parla non dev’essere confusa con quella che ha agitato le Langhe nel lungo dibattito a proposito di stili più o meno conservatori o innovatori. Qui la tradizione consiste nel portare avanti nel tempo i valori e la storia di famiglia, come nel caso del Vermouth, la cui produzione è ricominciata qualche anno fa sulla base dell’antica ricetta originale. Lo stesso approccio coinvolge la sede storica sita nel centro di Alba, dove sono esposte a vista le antiche mura romane che cingono la città e che mai e poi mai -promettono- subirà mutamenti in nome del design.

Nessuna mira espansionistica oltre all’acquisizione dei dieci ettari a Monforte d’Alba, motivata dal desiderio di “chiudere il cerchio” e produrre Barolo in tutte le zone più vocate delle Langhe. Le rese resteranno basse e le produzioni limitate; la politica aziendale è orientata verso la conservazione di ciò che è stato tramandato, ciò che ancora oggi definisce le persone che portano avanti questa azienda di successo.

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Adriana Blanc

Redattrice di Passione Gourmet, Caporedattore di Passione Pasta, collabora con Andrea Grignaffini e scrive per diverse testate di settore. Classe 1991, Food & Wine Writer, sostiene che la felicità si possa trovare in una pizza che profuma di forno a legna. Sempre alla ricerca di nuove esperienze, adora sperimentare e viaggiare il più possibile (non disferebbe mai la valigia), ma chi la conosce sostiene che sia solo una scusa per provare la cucina locale. Giurista per caso e Sommelier AIS, ha conseguito il titolo di Master Sommelier ALMA-AIS presso la prestigiosa Scuola di Cucina di Gualtiero Marchesi.

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