Al Vigneto

VALUTAZIONE

Cucina Classica

13/20

PREGI
Il rapporto qualità/prezzo.
La notevole qualità della materia prima utilizzate.
DIFETTI
La cucina non riesce a valorizzare a dovere i piatti cucinati.
I dessert, imbarazzanti.

Spalla sinistra l’angioletto, buono ed accomodante gourmand.
Spalla destra il diavoletto, acido ed esigente gourmet.

“Mamma mia, questo crudo di dentice è fenomenale!”

“Ci mancherebbe, vista la qualità del pesce, devi impegnarti per rovinarlo…”

“Uff, il solito noioso… parliamo dei Gamberi con la chutney di pesca?”

“Chutney che dir ruffiana è dir poco, la troverebbe golosa anche un bimbo che ancora non ha sviluppato i denti, figuriamoci il palato”

“Quante storie… e le cappesante con il foie gras?”

“…piacevoli come un politico prima delle elezioni, morbide e accomodanti, ma…”

“Gne gne gne… e la golosità delle fettuccine con il ragù di mare?”

“Si, golose, come quelle della mamma la domenica a mezzodì”

Questa, più o meno, è la sensazione provata durante la cena al Vigneto.
C’è grande qualità, indubbiamente, non solo del pescato ma di tutte le materie utilizzate. I tanto decantati arrivi dal trapanese sono una realtà e i porcini, in un veloce e semplice assaggio, davvero notevoli in stagione.
Il rapporto qualità/prezzo risulta eccellente: 50 euro a persona per un menù di crudi come quello assaggiato è degno di complimenti.
La sala è gradevole, tra legno e pietra, dominano le tonalità rosse, che creano un ambiente piacevole e conviviale … “…e poi?” E poi, ahimè, basta.
La cucina, che è il piatto più pesante della nostra bilancia critica, non tiene la scia del resto, arrancando proprio nelle elaborazioni, molto adulatorie, che non riescono a restituire stimoli degni di nota. Alcuni piatti, all’apparenza interessanti, si rivelano al palato eccessivamente sbilanciati verso uno degli ingredienti, compromettendo il delicato equilibrio. Il culmine negativo arriva in chiusura di una cena in faticosa salita (quasi a voler figurare l’amaro in bocca) con i dessert, molto banali e in verità nemmeno particolarmente piacevoli.
Anche la carta dei vini, quasi per assonanza, non si può definire né ampia né interessante, con i “soliti noti” di medio livello, proposti a prezzi ordinari. Non possiamo non far presente però che, rispetto alle precedenti visite, le referenze siano aumentate e, come suggerisce il nome del ristorante, si è circondati dai vigneti di proprietà, con la giusta attenzione ai propri prodotti.
Insomma, è lecito da uno stellato aspettarsi di più. La cucina non può limitarsi a far da sonnacchioso tramite tra la porta del retro ed il pass, conscia della qualità dei fornitori. Anzi, forte di una materia di questo livello, si otterrebbero senza dubbio risultati più alti trattandola in maniera più convinta.
Di certo non si può definire una cena “al Vigneto” un’esperienza totalmente negativa, la serata scorre comunque piacevole (salvo qualche episodio di servizio al limite del comico), ma è innegabile che ti resti un filo di frustrazione, come quello che prova il genitore del ragazzo svogliato a scuola, nel sentirsi ripetere, anno dopo anno, “…la base è buona, ma se solo ci mettesse del suo, se si applicasse un po’ di più…”

Il pane

Benvenuto: Cannolo con spuma di pesce

Scampo con cappesante e bianco di pesce

Medaglioni di cappesante e foie gras al lime

Baccalà e gambero rosso con mandorle tostate, pomodorini e basilico (con quest’ultimo che domina sul resto, creando una coltre simil-pesto)

Porcini freschi, mandorle tostate ed Emmenthal

Gli spaghetti di pasta fresca con delizie di mare sautè

Crudo di gambero rosso, chuteney di pesca

Il trancio di rombo con squaquerone, cipolla rossa e spinaci

Tartare di dentice alla mediterranea e sorbetto di mela verde

Piccole dolcezze (per 4 persone!)

Predessert: Gelato al caramello

La tartelletta con chantilly alla vaniglia e frutta fresca

Le pesche grigliate con gelato di amaretto e granella di cioccolato

Il “TI RA MI SU’“ (mi chiedo, che senso ha scriverlo in carta in maniera “estrosa”, quando poi lo si presenta a tavola in questa versione, molto Bindi-Edition?)

Il souffle’ freddo al mango, caramello di olive e cocco

Gewurztraminer Franz Haas 2011

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Alessandro Pellegri

Progettista meccanico da sempre appassionato di moto, di lettura ma soprattutto di vini, alla costante ricerca di tavole (e relative bottiglie) che riescano a fargli provare sensazioni ed emozioni sempre nuove. Che si parli di cibo o di vino, non nasconde un forte apprezzamento per la qualità della materia prima, del terroir e della tipicità… e perché no delle novità, purché siano però sensate ed intelligenti.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

13/20

PREGI
Il rapporto qualità/prezzo.
La notevole qualità della materia prima utilizzate.
DIFETTI
La cucina non riesce a valorizzare a dovere i piatti cucinati.
I dessert, imbarazzanti.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione: 45€ I crudi, 46€ Pesci e crostacei del giorno
Alla carta: 60€

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