Osteria Brunello

VALUTAZIONE

PREGI
Cucina aperta fino alle 24.
DIFETTI
I tavoli stretti.

Il primo aspetto che sorprende dell’Osteria Brunello è la sobrietà. Non sto parlando in termini assoluti, ma passeggiando per Corso Garibaldi per raggiungere il locale si attraversano branchi di giovani e di assai più preoccupanti meno giovani che mai eleggerebbero un tranquillo locale dai tavolini di legno a meta della serata, a meno che ovviamente qualcuno non mostrasse loro come la cosa sia molto trendy.
La sobrietà dell’ambiente si riflette in una cucina concreta e materica, in bilico fra la Toscana a cui fa riferimento l’insegna (solo chi era al tavolo con me, in rapporto diciamo acerbo con l’enologia, si chiedeva perché si fosse dedicata un’osteria ad un violoncellista), e la Lombardia che la ospita. Un’onestissima cotoletta alla milanese, anche se nella versione bassa che meno prediligo, convive serenamente a fianco di specialità toscane come la ribollita o il cinghiale alla maremmana. Premiamo le gustose pappardelle al ragù con l’onore di una soddisfatta scarpetta, ma apprezziamo anche un risotto con melanzane affumicate dalla mantecatura consistente. Il sipario si chiude con gli immancabili cantucci, proposti nella versione base come in quella con cioccolato per golosi impenitenti, e in modo più articolato con una panna cotta bigusto appena troppo dolce, con una base agli amaretti ed una parte superiore al cioccolato bianco, in cui se si volesse fare un ulteriore salto di qualità alla preparazione si potrebbe giocare con un maggior contrasto di consistenze.
Non si può parlare di questo locale senza accennare alla cantina, incentrata come prevedibile sulla Toscana e curata da Tunde Pecsvari, nome che senz’altro noto a forumisti vecchi e nuovi del Gambero Rosso, in grado anche di estrarre dal cilindro anche colpi a sorpresa sugli abbinamenti, come quello del Vermentino Narà di Salustri con i salumi di cinta provenienti dai terreni della stessa proprietà.
Si comincia con i mondeghili.

Selezione di salumi…

..accompagnati da pane toscano e soprattutto da un’ottima giardiniera defaticante.

Risotto con melanzane affumicate.

La cotoletta.

Panna cotta con amaretti e cioccolato bianco.

..e come sempre in Italia, va a finire così anche la nostra cena.

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7 Comments

  1. pie ha detto:

    non so se è l’effetto fotografia che così le fa sembrare, ma quella fette di coppa o capocollo tagliate alte mezzo centimetro gridano giustizia…..!

    • Carlo (TBFKAA) ha detto:

      Non erano mezzo centimetro ma erano certo altine. Diciamo che c’è un concorso di colpa sia dell’affettatrice che della macchina fotografica ::D. Ad ogni modo erano molto morbide, con un salume più stagionato sarebbe stato in effetti più fastidioso.
      Saluti!

  2. si ma la panna cotta ????? comunque tra una balla e l’altra comincio a incuriosirmi per la cotoletta … prima o poi la dovro’ provare …

  3. […] Passione Gourmet: “Non si può parlare di questo locale senza accennare alla cantina, incentrata come prevedibile sulla Toscana e curata da Tunde Pecsvari, nome che senz’altro noto a forumisti vecchi e nuovi del Gambero Rosso, in grado anche di estrarre dal cilindro anche colpi a sorpresa sugli abbinamenti“ Luglio 2012, di Carlo Cappelletti […]

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VALUTAZIONE

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Cucina aperta fino alle 24.
DIFETTI
I tavoli stretti.

INFORMAZIONI

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PREZZI

Alla carta 35/45 euro

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