Un Posto a Milano

VALUTAZIONE

PREGI
DIFETTI

Recensione Ristorante

C’è un posto a Milano, davvero suggestivo, dove non sembra di stare in città. Eppure, a qualche isolato di distanza c’è la stazione della metropolitana che in quattro fermate vi porta sotto le guglie del Duomo.

Tradizioni, benessere e buone pratiche. Il tutto rappresentato da una cucina democratica, sana e di gran gusto. Così viene presentata la filosofia di questo nuovo ristorante, con uno spirito più votato alla trattoria, frutto del nobile progetto che ha portato alla luce il restyling della Cascina Cuccagna, un complesso di cui nessuno conosceva l’esistenza, trasformato da cascina agricola settecentesca ad esercizio polifunzionale e poliedrico.
Basta varcare la soglia di questo angolo di Milano e fissare gli orti e le piccole piantagioni per respirare un’aria che sembra più pulita. Ci sono bambini che giocano, mamme, tavolate di radical chic che sembrano aver trovato “il” luogo preferito. C’è anche il sole durante la nostra visita. Tutto è davvero speciale.
Tra le tante cose buone di questo progetto poi, ci fa molto piacere ritrovare all’opera un bravo cuoco, uno di quelli che si allontanano raramente dai fornelli, uno che sembrava essersi smarrito appresso alle chiacchiere di qualche “critico per professione” che aveva bocciato senza appelli il suo vecchio ristorante sul naviglio dopo una serata storta. Ma Nicola Cavallaro non è uno di quelli che grida vendetta, specie contro quelle critiche che sono tutto, fuorchè costruttive e rivolte a utenti indifferenti a questa passione. Ora lavora a testa alta e petto in fuori, le cose sembrano andare alla grande, grazie alla location, sicuramente più felice della precedente, grazie ai prezzi più popolari e soprattutto perchè si mangia bene. E il bello è che è bastato meno di un trimestre per capirlo; è necessario prenotare per tempo per il fine settimana, altrimenti si fa fatica a trovare un tavolo.
Cavallaro ha trovato la sua dimensione ideale, lo troviamo sorridente e rilassato; sembra destreggiarsi a totale agio con questo progetto e questo tipo di cucina, fondamentalmente tradizionale e tradizionalista, che sembra essergli cucita addosso come un’abito su misura. Con lui abbiamo ritrovato anche una materia prima notevole che, del resto, ha sempre contraddistinto le sue preparazioni e che in questa sede viene prima di tutto, con l’indicazione della denominazione del prodotto, dei nomi di produttori selezionati con cura e della provenienza (anche qui vigono i concetti di materia prima prevalentemente locale/filiera corta), con tanto di chilometraggio ed indicazione della distanza a piedi tra la cascina e la fattoria. Non siamo i fan degli slogan, sopratutto quelli di moda. Ma qui ciò che importa è il risultato qualitativo. E questo c’è, eccome.
E’ soltanto su tale argomento che ci sembra però lecito fare un’osservazione. In considerazione del numero di coperti serviti, tra bar e ristorante, che sfiora quello delle mense aziendali, ci chiediamo se questa materia prima di alto livello venga usata per tutti i prodotti venduti (inclusi panini e altro), o se sia necessaria una cernita tra ristorante e bar. Confidiamo nella trasparenza del progetto e nell’onestà del cuoco, di cui non dubitiamo.
La cosa certa e che in più visite in questi primi mesi, ci sono stati serviti ottimi prodotti, verdure e ortaggi coltivate direttamente in loco, ottima carne e anche freschissino pesce. E allora si può anche chiudere un occhio se qualche cottura non è stata proprio centrata, o se alcuni gusti propendano alla popolarità, come i tagliolini al parmigiano e verdure, perchè l’importante è avere coscienza di quello che si fa e di come lo si fa. E se poi si passano un paio d’ore in un ambiente così, si mangiano ottimi prodotti, e non ci si dimentica che siamo anche in una fase di rodaggio e si prospettano margini di miglioramento indiscutibili, allora un plauso ci pare d’obbligo.

Focaccia, olive Pianogrillo e mortadella Pasquini (pirmi segni di grande materia prima)

Uovo, asparagi e parmigiano

Zuppa di carote, zenzero e caprino

Tonno di coniglio con misticanza

Il pane.

Orzo alle verdure con olive taggiasche e pesto

Tagliolini alle verdure e parmigiano

Sarde in saor

La Milanese

Fritto misto di calamari e sarde

Crostatina di fragole e crema pasticcera

Torta di mele

Tiramisu

Esterni

Ristorante

Il pregio: Una location suggestiva (per essere in città).
Il difetto: Non si capisce subito dove finisce il self service e inizia il ristorante 🙂

un posto a Milano
Via Cuccagna 2 – angolo Via Muratori
20135 Milano
Tel: +39.02.5457785
info@unpostoamilano.it

aperto tutti i giorni 10 – 01
Prezzo alla carta € 35

www.unpostoamilano.it

Visitato nel mese di Maggio 2012


Visualizzazione ingrandita della mappa

Leonardo Casaleno

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Picture of Leonardo Casaleno

Leonardo Casaleno

Avvocato di professione e appassionato cinefilo, il suo cammino è stato segnato fin dalla giovane età da un sorprendente incontro con una passatina di ceci sulla via di San Vincenzo: un momento che ha acceso in lui un profondo culto per il cibo. Oggi sfugge con entusiasmo alla monotonia quotidiana per andare alla ricerca di tavole tradizionali o innovative che siano, purchè autentiche e capaci di sfamare la sua curiosità gastronomica. Nutre un altro grande amore per i viaggi che si manifesta in modo spontaneo: prenota un ristorante, quindi pianifica l’itinerario.

8 Comments

  1. Alessandro ha detto:

    Ma il posto è quello dove c’era la compagnia generale dei viaggiatori naviganti e sognatori? il nome complesso, ma un grande sushi sotto la guida attenta di Okabe…

    • Pierincic ha detto:

      Esatto

      • Alessandro ha detto:

        quindi avrebbe chiuso il locale sui navigli per trasferirsi lì. Della serata sui navigli non ho un grandissimo ricordo. Non mangiai male, ma non mi ha lasciato niente. Ecco, dovessi ricordare un piatto sarei in forte difficoltà. Qui mi sembra un taglio più spartano e “godereccio” o sbaglio? forse è una formula che in città come Milano può risultare vincente, per me che arrivo dalla campagna Lomellina forse un po’ meno…
        ciao ciao
        ale

  2. Gourmettino ha detto:

    mortadella Pasquini (pirmi segni di grande materia prima)…si imparano sempre cose nuove 🙂

  3. Stefano Tortini ha detto:

    CHIUSURA STRAORDINARIA. Mercoledi 19 settembre. Ci scusiamo per il disagio provocato. Pubblicato domenica 16 settembre.
    Leggo per caso queste poche righe sul sito di Un posto a Milano, penso ad un errore perchè ho una prenotazione per quella sera (fatta il giovedi della settimana precedente). Telefono e scopro che è tutto vero, ovviamente avevano già provato a contattarmi questa mattina ma nessuno aveva risposto al telefonino… Non trovo traccia di “chiamate non risposte” e comunque è già martedi.
    Nonostante il nobile scopo della serata di mercoledi credo che un po’ di organizzazione e rispetto dei clienti siano ingredienti indispensabili in ogni ristorante quanto la buona cucina.

  4. marco ha detto:

    Si mangia meglio quando c è il suo secondo lui cavallaro,é abituato a cucinare x 10 persone al massimo..noi abbiamo aspettato 30 minuti x un primo e 40 x un secondo…tagli della carne sempre gli stessi da anni..poi basta sarde…è ripetitivo!!

  5. nicola cavallaro ha detto:

    Marco La ringrazio per il commento costruttivo. Soprattutto per la grande capacità interpretativa e per aver spiegato che cosa ha mangiato e come. Ovviamente sarà venuto più volte. Il mio secondo si chiama Geraldine ed è una Simpatica ragazza che cucina molto bene. Detto questo facciamo qualche coperto ogni sera qualcuno più dei dieci per i quali sono abituato a cucinare. Ma lei queste cose le sa. Nel menù c’è piu di una portata e il taglio di carne è uno solo. Poi se non le sto simpatico può anche liberamente scriverlo non mi offendo.

  6. Emanuele Barbaresi ha detto:

    Di ritorno da Parigi, ho scaricato le valigie a casa e sono andato a cena da Cavallaro. Spaghetti aglio, olio e peperoncino solo di poco inferiori a quelli che si mangiavano sui Navigli, golosissimo pollo alla griglia, montebianco comme il faut. Il tutto, per due persone, con una buona Barbera del Monferrato, a nemmeno 70 euro. Vedo che sulla guida dell’Espresso gli hanno dato 12,5. Certo, tutto è relativo, si può essere particolarmente severi e dargli 12,5. Vedo anche, però, che i ristoranti di Milano città dove si mangia meglio che da Cavallaro sarebbero 70 (settanta). Quelli dell’Espresso hanno, da sempre, un grandissimo senso dell’umorismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

VALUTAZIONE

PREGI
DIFETTI

INFORMAZIONI

RECENSIONI CORRELATE

🚫 Nessun ristorante correlato trovato.

PREZZI

COSA DICEVAMO

Nessuna visita precedente trovata.

Trattorie Visualizzazioni:4

Da Amerigo

La Trattoria da Amerigo è una classica realtà di campagna vecchia maniera, un posto dove poter...

Recensioni Ristoranti Italia Visualizzazioni:4

Borgia

Il talento di un duo ambizioso Fare ristorazione gourmet di qualità è diventata un’impresa....

Wine Notes Visualizzazioni:3

Chianti Collection 2025

La sostenibilità ambientale Nella settimana delle Anteprime Toscana Chianti Collection 2025 è il...

Close